Pubblico, 1/2/95
Il Corriere della Sera ha messo recentemente a disposizione il suo archivio di articoli su CD-ROM, la Mondadori ha già presentato la versione elettronica di Epoca via rete ISDN, e l’editore Nicola Grauso da alcune settimane sta riempiendo i quotidiani italiani di pubblicità del suo servizio “Video-on-line”, per mettere a disposizione le sue testate giornalistiche e altri servizi attraverso la rete Internet. L’editoria elettronica sta muovendo i primi passi anche in Italia, ma oltreoceano il fenomeno è già molto sviluppato e i grandi editori americani hanno potuto cumulare la loro dose di cattive esperienze e sconfitte per non aver saputo interpretare e utilizzare correttamente le potenzialità delle reti e della loro filosofia.
La concorrenza di altri mezzi d’informazione e l’avvento delle tecnologie elettroniche sta mettendo in serio pericolo la sopravvivenza dei quotidiani americani: in pochi anni tutto quello che oggi è contenuto in un tabloid sarà disponibile in tempi minori, in forma più attraente, interessante e soddisfacente per il lettore.
La maggior parte delle 40 testate disponibili attraverso il servizio America On Line, tra le più prestigiose di quel paese, hanno ritenuto fin dall’inizio che il vantaggio del giornale elettronico fosse quello di offrire le fonti degli articoli, tonnellate di informazioni aggiuntive che nessuno ha il tempo e la voglia di consultare, e delle quali ci si domanda perché si debbano pagare se non erano sufficientemente interessanti da essere inserite già nella versione cartacea del giornale.
Oltre a ciò, sono stati compiuti errori concettuali nel trasferire pedissequamente il giornale in un mezzo elettronico, con lunghi tempi di caricamento sul proprio computer, lunghe attese per girare pagina, entrare in ambienti ipertestuali, o scorrere gli stessi articoli da cima a fondo: a queste condizioni persino il tradizionale 9 colonne che sporca i polpastrelli quando lo si legge a letto, resta il più comodo, intimo, piacevole ed efficace dei mezzi di comunicazione.
L’opportunità di essere interattivo di un mezzo presuppone un rapporto diverso da quello one-way attuale: editoriali, pagine culturali, foto in bianco e nero, e tutto il resto, prendere o lasciare, e se hai qualcosa in contrario scrivi una lettera.
I quotidiani americani si sono auto-convinti di fornire ai propri lettori una forma molto più veloce e moderna di quella epistolare mettendo a loro disposizione una casella elettronica: leggono i messaggi pervenuti, ne prendono atto, ringraziano e deludono l’aspettativa di coinvolgimento perché continuano a decidere ogni singola parola del giornale, oltre ad offrirla in una forma più scomoda della precedente.
E allora qual è il vantaggio dell’edicola catodica?
L’aspetto vincente dell’informazione on-line del futuro è proprio la partecipazione del lettore, la possibilità di stabilire un autentico rapporto interattivo con esso, dove le opinioni e contributi diventano anche uno strumento di marketing editoriale in tempo reale per la testata. Il giornale potrebbe diventare una piazza elettronica nella quale tutti parlano con tutti, e il ruolo di giornalisti, inviati e editorialisti sarebbe quello di aiutare ogni lettore a capire a fondo i fenomeni sociali, politici e culturali a cui presta più attenzione, attivando un dialogo diretto tra essi.
I giornali sopravviveranno se permetteranno ai lettori di partecipare a un talk-show interattivo sulle notizie del giorno, nei quali non saranno prioritari il titolo e gli estremi della notizia, ma dibattere e capire di essa.
Se saprà cogliere l’opportunità tecnologica non in quanto tale, ma per cambiare i propri contenuti, l’informazione scritta avrà fin da subito un grande vantaggio su quella televisiva.
La sfida è nuovamente aperta.
Andrea Giovenali