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Bill, Armando e Leo sempre più pionieri

Pubblico, 26/6/96

Avete letto della storia di quel signore che per garantirsi un’immortalità ha previsto la sua permanenza eterna nello spazio virtuale e cibernetico di Internet?

Il fatto ha suscitato molta curiosità, qualche critica e anche un po’ di indifferenza, soprattutto da parte di chi non conosce ancora le opportunità offerte dallo spazio virtuale. Eppure, proprio a queste persone, si dovrebbe ricordare che in esso, qualche volta, accadono cose strane, molto strane. È possibile incappare per puro caso in conversazioni tra personaggi famosi che non sono più tra noi, e che ancora vivono, dialogano, e mutuano la loro esistenza nello spazio virtuale.

Questo è un dialogo avvenuto sulla rete il giorno di chiusura del Festival di Cannes del 1995, all’indirizzo http://www.croisette.com/chat :

BILL Caro Armando, mi hanno detto che quest’anno a Cannes il tempo è stato orribile 🙁

ARMANDO Lo so Bill, mi hanno riferito che il Palais era pieno di gente che si riparava dalla pioggia, per niente felice di sorbirsi migliaia di spot, tutti un po’ uguali.

BILL Certo che ai nostri tempi al Palais si andava a vedere la pubblicità con un sacco di entusiasmo…

LEO Noia, ripetitività…niente di nuovo sotto il sole di Cannes, cari amici.

ARMANDO Forse hai ragione Leo, ma secondo te si saranno accorti che siamo alle porte di una nuova era della comunicazione?

LEO Può darsi, ma noi che abbiamo contribuito alla nascita di un’era della pubblicità siamo forse più sensibili a cogliere cosa si delinea all’orizzonte, abbiamo lo spirito dei pionieri, di quelli che hanno aperto la strada con la forza delle idee, quelle vere.

BILL Eppure se si guardassero intorno vedrebbero che milioni di persone usano Internet tutti i giorni, e che le edicole sono piene zeppe di CD-ROM, e che la Tv si riempe e dismisura di canali di ogni tipo…ma ci pensate, milioni di nuovi consumatori, di cui si dovrebbe capire tutto e con i quali si dovrebbe parlare una nuova lingua, la loro…really cool! :-))

LEO Sì, molto eccitante Bill, quel tipo di sfide che hanno fatto grande la pubblicità. Certe volte mi domando chi ci abbia insegnato a quei tempi a fare la buona pubblicità per la Tv.

ARMANDO Nessuno Leo, assolutamente nessuno. La Tv, il poster e la radio erano lì, e noi li abbiamo capiti, abbiamo capito come parlavano alla gente, e quindi anche come avrebbe dovuto parlare alla gente la pubblicità.

LEO Ma adesso che la gente può parlare con i media in tempo reale, è tutto da reinventare?

ARMANDO Forse no, Leo. Le regole sui contenuti della buona pubblicità sono le stesse dei nostri tempi, potrebbero cambiare il modo, la forma e i tempi con i quali ogni persona “consuma” la pubblicità.

BILL I beg your pardon, Armando. Ho letto bene? La gente che “consuma” la pubblicità? Cosa vuoi dire?

ARMANDO Sì, la “consuma”, la usa…la pubblicità potrebbe diventare un prodotto da usare nella sua espressione virtuale, come si usa un giornale per informarsi su ciò che avviene, un gioco per divertirsi.

LEO Quindi vuoi dire che la pubblicità, o quello che potrebbe essere, sarebbe usata per informarsi sul prodotto e per divertirsi grazie ad esso?

ARMANDO Proprio così!

BILL E perché allora impiegano tanto tempo ad accorgersi di un cambiamento così importante?

LEO Poor money, Bill. Una delle ragioni principali è che dicono che sui nuovi media si fanno pochi soldi, e che ci vorrà tanto tempo prima che si assista al loro avvento. Con questa scusa, aspettano, cincischiano, parlano soltanto.

ARMANDO Vedi Leo, loro credono che l’avvento stia nei grandi numeri, come quelli della Tv, senza accorgersi che, per ogni persona che naviga in Internet oggi, l’avvento della rete c’è già stato, riferito al proprio universo. E per parlare a ciascuno di essi Internet è già un mezzo potente, unico, mirato ed efficace.

BILL …e i soldi, come la mettiamo?

LEO Quando cominciai, niente mi garantiva che la pubblicità in Tv sarebbe diventato il fenomeno che è stato, e che la mia agenzia di Chicago sarebbe diventata in pochi anni una multinazionale…

ARMANDO Appunto, Leo. Forse potrebbero ripensare la pubblicità, ma anche le organizzazioni che la promuovono e le strutture che la fanno. Le multinazionali guardano troppo al business del presente, ma il business è nel futuro.

LEO Ciò significa che si dovrebbe investire un po’ di più nella conoscenza, per non correre il rischio che una grande opportunità si trasformi in un occasione mancata.

ARMANDO Ma secondo voi, i pubblicitari che anche l’anno prossimo passeggeranno per la Croisette e affolleranno il Palais si sentiranno un po’ diversi da quest’anno?

BILL Io credo di sì. Un anno di cambiamenti al ritmo con il quale avverranno faranno riflettere un po’ tutti…a proposito, toglietemi una curiosità: la mia campagna del Maggiolino VW “Think small”, come potrebbe diventare sul Web?

LEO …”Think global”, of course! :-))

Dedicato ai “Padri Fondatori” della pubblicità che ancora molto avrebbero da insegnarci in occasione di ogni Festival di Cannes e in merito al futuro che ci attende.

Andrea Giovenali